lunedì 13 febbraio 2012

Mentre i testi sacri di questi giorni sono un invito alla gioia e alla speranza per la nascita del " Dio con noi", le immagini, che la TV ci propone a getto continuo, sono di un mondo di miseria, dove nascere, vivere e morire è continuamente violentato.E' ipocrisia esigere responsabilità nel dare la vita, quando si toglie il senso del vivere.Tutti siamo chiamati ad essere difensori dell'uomo vivente, che è la gloria di Dio.Ma come? Sintonizziamoci con Lui attraverso la preghiera e l'ascolto della sua parola. Ogni nostra iniziativa a favore della giustizia e della pace deve essere preceduta da questa pausa di silenzio. Altrimenti non potremo profetare al mondo che " Dio è con noi".
lunedì 20 dicembre 2004, 9.15.50 | SuorBernardina

Commento
20 Dicembre 2004 - 18:59 - link
Questo è un commento di una persona cara
che mi ha fatto pervenire tramite posta

Come ci presenteremo quest'anno al cospetto del Dio-Bambino?
Non avremo grandi cose da porgerli, non avremo grandi opere da donargli, non avremo forse neanche il coraggio di guardarlo negli occhi. Come l'anno scorso, come gli anni passati. Forse il nostro cuore é gonfio di amarezza: volevamo arrivare a questa data con qualcosa di concreto per potergli dire: "Ecco, vedi, mi hai dato 5 talenti, eccotene 10!"
Quante speranze, quanti propositi, quante aspettative, e poi ci accorgiamo che non é andato tutto come speravamo. La nostra fragilità e la nostra debolezza umana ci riporta alla nostra condizione di peccato, dal quale non riusciamo ad uscire. Ma anche quest'anno, per grazia,siamo sì dispiaciuti e affranti, ma confidiamo nel Signore.
Ecco. Andremo da Lui con le nostre mani vuote, con il cuore pieno di lacrime, ma con la certezza che in Lui potremo ricominciare, potremo rifare le nostre promesse, e questa volta, con il suo aiuto sarà la volta buona. Siamo certi che anche quest'anno Gesù non ci rimprovererà, ma anzi sarà felice di accoglierci così come siamo, con le nostre debolezze, le nostre paure, le nostre ansie, i nostri peccati.
Non ha fatto così anche il Padre con il Figliol Prodigo? Non gli ha rimproverato nulla, ma, felice, lo ha accolto perché questo suo figlio era morto ed é tornato
in vita, era perduto ed é stato ritrovato. Allora andare alla grotta di Betlemme, quest'anno, ha un significato nuovo: non ci andremo paurosi per chissà quale castigo, ma felici perché Dio é là che ci aspetta e non vede l'ora di accoglierci tra le sue braccia, di abbracciarci, di baciarci, di darci la veste nuova, di farci nuovi nel suo Amore.
BUON CAMMINO VERSO IL NATALE.

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