martedì 14 febbraio 2012

Desidero completare il lavoro  con le immagini, riportando il testo completo della riflessione fatta da don Gianluigi Pussino SDB a cui mi sono ispirata
Per definire apocalittico lo tsunami, il maremoto, l’onda anomala che ha sconvolto un mondo di lavoro e di relazioni, di divertimento e di sogni, è necessario che ci dica, che ci interroghi, che ci riveli qualcosa.Se le statistiche dei morti non ci ricordano affetti rovinati, legami parentali rovinati, comunità civili infrante: lo tsunami non è apocalittico. Se la povertà illustrata dai media non ha svelato il peggioramento delle condizioni economiche generali, la riduzione del prodotto interno lordo, la diminuzione del reddito pro-capite: lo tsunami non è apocalittico. Se il movimento economico turistico propagandato non tiene conto anche del lavoro minorile e del cosiddetto turismo sessuale: lo tsunami non è apocalittico. Se l’immagine dell’ albergo ha nascosto il villaggio di poveri pescatori a poche decine di metri: lo tsunami non è apocalittico, perché non ha svelato le contraddizioni di uno sviluppo turistico, anomalo più dell’onda definita tale. Si assiste a un mondo di ricchezza contrapposto a un mondo di povertà. Un modello culturale che aumenta il divario tra ricchi e poveri, più disposto alla beneficenza occasionale che alla solidarietà quotidiana. Interverranno ancora le multinazionali per la ricostruzione e continueranno a prosperare a senso unico ? Verrà creata una nuova rete telefonica, la cui inefficienza precedente non ha contribuito efficacemente a una tempestiva informazione che poteva salvare qualche vita umana ? Verranno reimpostati i pacchetti turistici, eliminando il turismo sessuale, chiedendo il rifiuto del lavoro minorile, rispettando il lavoro locale di tipo artigianale o di rappresentazione ludica, e così evitando una merce di scambio miseramente retribuita? Si riuscirà a insinuare l’idea che il folklore e la bellezza della natura, venduti a caro prezzo, non sono sufficienti per documentare e offrire l’attenzione alla cultura locale ? Lo tsumani ci deve insegnare che non esistiamo noi e loro: noi ricchi e loro poveri; noi fortunati, loro disgraziati; noi del 1° mondo, loro del terzo.  A noi i diritti, per loro i doveri; noi più civili, loro più arretrati; noi più intraprendenti, loro più rassegnati; noi padroni, loro schiavi.  Non esistiamo noi e loro, ma solo noi, tutti insieme.  Tutti noi insieme figli dello stesso Dio che invochiamo 
 PADRE NOSTRO  Apri i nostri occhi Signore,perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle.Apri le nostre orecchie, Signore,perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo un cuore solo ed un’anima sola, nel tuo nome. Amen  (Madre Teresa)


domenica 20 febbraio 2005, 19.19.03 | SuorBernardina









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