martedì 14 febbraio 2012

Pregare è una consuetudine, antica quanto l'uomo, è una realtà del quotidiano, che perciò ha perduto ogni capacità di stupire. Quale gioia ed arricchimento potremmo avere, invece, se ogni giorno sapessimo metterci davanti a noi stessi e all'universo come ad una realtà nuova, appena scoperta o ancora da scoprire. Allora meditando sul mantello dei diamanti, che nel mondo salesiano ha condotto alla santità tanti giovani ed adulti, potremmo dire insieme a loro:
Il Paradiso è qui, Signore. Con Te ogni dono giunge a pienezza.Tu sei la misura alta della nostra vita.Tu sei la santità e la nostra gioia.Donaci il gusto di vivere il momento presente come il tempo in cui tu abiti.Donaci di vivere la santità della gioia e la gioia della santità.Facci gustare la bellezza della tua misericordia e la forza che solo il Tuo Corpo e il Tuo Sangue possono dare.Consegnaci ancora una volta a Maria, la tutta Santa, perché sia Madre, Vergine potente, ed allora annunceremo al mondo, soprattutto ai giovani, che Dio esiste e  che il suo Amore può colmare una vita.
 
giovedì 10 marzo 2005, 9.15.11 | SuorBernardina
 
Commento
10 Marzo 2005 - 12:46 - link
Pregare è la vita dell'anima. Vengono momenti in cui ti è facile pregare, affidarti a Dio quale Padre amoroso e ti sembra di volare. Vengono altri momenti invece in cui pregare ti è difficile e lo stato d'animo "buio" sembra prevalere. Sono questi i momenti propizi per elevare l'animo con maggior fede, sicuri che la Pasqua ha vinto il mondo e la stessa morte. La preghiera è in questo caso stupore dell'imprevedibile, attesa fiduciosa di un mondo sereno in cui Dio ti si rivela e ti custodisce come fa una mamma verso il suo bambino. E a noi piace essere trattati come bimbi da un Dio tenero e premuroso. Allora la preghiera è abbandono filiale che balbetta il suo "grazie" per la speranza e l'amore che ti tiene in vita.

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