giovedì 16 febbraio 2012





Ieri siamo anadati a fare il giorno di ritiro al Centro di spiritualità deoniana di Albisola. Il Santuario della Madonna della pace, parte importante della grande costruzione, ha favorito il clima di silenzio e di interiortà. Abbiamo avuto  un sacerdote, che ha appagato il nostro spirito con una istruzione ed una omelia veramente incisive. Il tema era "l'Eucarestia e la vita consacrata". L'icona dei discepoli di Emmaus con i vari riferimenti ai documenti della Chiesa ci ha orientate a non essere " tarde e dure di cuore", ma aperte all'ascolto della Parola, per saper leggere i segni dei tempi e fiduciose nel Risorto.
Siamo santi, come Lui è santo!

martedì 1 novembre 2005

Postato da: SuorBernardina a 07:06 | link | commenti (6)
 


Commenti
#1 01 Novembre 2005 - 09:41
Silenzio,
spazio di tempo
tra il tempo e l’eterno.
Fluire di orazioni
pronunciate col cuore
al di là di schemi conosciuti.
Parole nuove
non pensate
non rielaborate da situazioni
da necessità
da urgenze.
Orazioni spontanee
frutto di un amore
che emerge dal silenzio dell’anima
che altro non desidera
se non la consapevole pienezza dell’amore.
Silenzio:
incontro col Divino;
Amore ricevuto,
amore dato.

VerAl
utente anonimo

#2 01 Novembre 2005 - 09:59


La storia del Santuario “Madonna della Pace” ci ricorda che la pace, dono del cielo, è anche frutto della buona volontà di tutti ed è continuamente da rifare là dove è stata compromessa. E’un bene affidato a tutti, singoli e comunità, perché sia mantenuto, accresciuto e consolidato.

Rudy
utente anonimo

#3 01 Novembre 2005 - 11:34
Il giorno di ritiro, per me è stato un momento privilegiato dello spirito, per un rilancio nel cammino della santità.
Gigia
utente anonimo

#4 01 Novembre 2005 - 11:41
Silenzio,dono dello Spirito,
luogo di pace,
dolcezza intima,
di un incontro col Creatore
che ti lancia il Suo messaggio d'amore
di gioia di felicità.
Nannina

utente anonimo

#5 01 Novembre 2005 - 14:56
Cieli infiniti
Tabernacoli dell’Eterno
filtrati dalla luce
di esistenze trasformate dall’Amore.
Sacrari della memoria
incastonati nell’invisibile comprendere Dio.
Santità che ha pellegrinato al mio fianco
che ha sussurrato parole di Vita,
che ha inciso sigilli di misericordia
nella precarietà del mio percepire l’Infinito.
Adesso
quel cielo di santi
mi abita l’anima
e finalmente
penetro il mistero dell’Amore,
unico suo nome:DIO

Lalia
utente anonimo

#6 02 Novembre 2005 - 14:07
Siamo chiamati alla santità. E' difficile a volte essere nella carità. Ci vuole tanto discernimento e Spirito Santo. Allora che fare? Scoraggiarci? Nemmeno per sogno. Continuare a impegnarsi anche dopo le cadute, perchè è umano sbagliare ma il Signore ci dà la grazia di ricominciare e allora che dire? Andiamo avanti con fiducia: Dio è Padre Sr. AnnaLaura

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