martedì 14 febbraio 2012

“Noi facciamo consistere la santità, nello stare sempre allegri” Questo riferimento alla gioia dà un orientamento pasquale alla spiritualità salesiana, che sviluppa un atteggiamento positivo di speranza in ogni persona, nelle sue risorse naturali e spirituali e presenta la vita cristiana come un cammino di beatitudine. Questo perché don Bosco ci ha insegnato a sperimentare la vita come festa e la fede come felicità. La festa non come evasione, svuotamento, al contrario come occasione per costruire amicizia, sviluppare quanto c’è di più positivo in ciascun giovane, orientarlo al dono di sé. Perché sia tale è necessario che abbia e sue radici in Dio. Perché la vera gioia nasce dalla consapevolezza che Lui è sempre con noi e non siamo soli. Nonostante le nostre infedeltà Lui ci ama e ci salva.

venerdì 18 febbraio 2005, 9.49.05 | SuorBernardina

Commento

18 Febbraio 2005 - 10:26 - link
Oggi più che festa, gioia, l'uomo e in particolare il giovane, si frastorna, è circondato da rumori; possiamo dire che tante volte la sua è una pseudo festa, anche se è alla ricerca di una gioia duratura che non finisce quando la festa è finita perchè desidera imprimere nella sua esperienza, nella sua memoria,il sapore di ciò che ha vissuto.
E' la fede in Gesù, è il vivere con Lui il quotidiano che fa fiorire la gioia dei valori vissuti, la gioia di incontrarsi con gli altri e rendere il mondo più bello attraverso l'impegno. L'educazione ha proprio questo scopo: restituire ai giovani la voglia di vivere; ma mi viene da domandarmi: l'educatore è gioioso? Non si trasmette la gioia se non la si ha. E allora un appello a chi educa: Viviamo la gioia che è Cristo Crocifisso e risorto e chi ci circonda assaporerà il gusto di vivere.

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